L'hacker
che penetrò i "sicuri" server di Facebook, dopo un periodo in carcere,
fa outing tramite blog e racconta la sua versione dei fatti.
Mangham
dice: "Non sono un cracker né un cyber-criminale quello che mi spinge è
la semplice ricerca nel campo della sicurezza informatica." - "Lavoravo
con la premessa che a volte sia meglio chiedere perdono che permesso".
Mangham è un hacker responsabile, ammette le sue responsabilità nella
vicenda ma solamente perché ha violato la legge.
Nel
blog, Mangham, ha spiegato come è riuscito a violare i server di
Facebook. Ha utilizzato un account di un impiegato in ferie e ha creato
uno script che non mettesse troppo sotto stress l'infrastruttura e
infine dichiara che il codice sorgente di Facebook (in questo momento
vale milioni di dollari) non è stato divulgato su internet o rivenduto a
qualche cybercriminale ma semplicemente depositato su un hard disk
staccato dalla rete.
Infine
dichiara: "Se si considera che la sola cosa a separare Facebook e il
suo potenziale annullamento era il mio senso etico allora penso che il
fatto che tutto ancora funzioni a dovere dovrebbe servire da prova per
la mia buona fede."
Ad maiora
Nessun commento:
Posta un commento