Greenpeace ha fatto partire una iniziativa che conta, almeno da quello che è riportato sul sito, 23.730 iscritti,
anzi "Investigatori climatici". Greenpeace è una associazione che è
sempre stata attenta all'ambiente e a quello che succede intorno a noi,
non è vista bene da imprese e multinazionali perché quest'ultime sono le
"vittime" preferite di Greenpeace.
L'ultima iniziativa che hanno fatto partire i ragazzi di Greenpeace è "Facciamo luce su Enel, è aperta la caccia al serial killer del clima",
iniziativa per "fare luce" sulle attività di Enel. Greenpeace infatti
la accusa di essere la causa, tramite le sue centrali a carbone, delle
mutazioni climatiche di questi ultimi decenni.
Il sito della iniziativa è
http://www.facciamolucesuenel.org/
e per spiegare meglio chi sono e cosa vogliono riporto qui di seguito
le loro motivazioni (che potete trovare anche sul loro sito):
"Secondo
le previsioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), la
più importante commissione di studio delle Nazioni Unite sul
riscaldamento globale, se non si ridurranno presto le emissioni di gas
serra la temperatura superficiale della Terra, entro la fine di questo
secolo, crescerà tra gli 1,8 e i 4 gradi centigradi. Gli scienziati
dell’IPCC ritengono, con una probabilità del 90%, che il riscaldamento
climatico sia causato dalle attività antropiche. Questo scenario
sconcertante è anche e soprattutto la scena di un crimine: i cui
colpevoli restano ancora nell’ombra. Un gruppo internazionale di
scienziati presieduto dal Nobel Paul Crutzen sostiene che “i cambiamenti
causati dall’uomo nella composizione dell’atmosfera e nella qualità
dell’aria causano a livello globale 2 milioni di morti premature ogni
anno”.
Enel, con le sue centrali a carbone, produce da sola in Italia oltre 26 milioni di tonnellate di CO2.
La CO2 è il gas maggiormente responsabile dell’effetto serra e del caos climatico che minaccia il nostro mondo.
E, per giunta, ha promesso di aumentare la produzione di elettricità da carbone. Per questo siamo sulle sue tracce.
I
cambiamenti climatici toccano direttamente il nostro Paese. Le
temperature medie dell’Italia si stanno alzando rapidamente. I 10 anni
più caldi dal 1800 a oggi sono successivi al 1990; di questi, 6 su 10
sono successivi al 2000.
Le prove che abbiamo raccolto rivelano che gli eventi metereologici
estremi si vanno intensificando sempre più. All’aumento medio delle
temperature si associano ondate di calore (triplicate negli ultimi 50
anni) e di gelo, con un forte aumento delle giornate di precipitazioni
molto intense associate a una generale diminuzione delle precipitazioni
nell’arco dell’anno. Stime autorevoli dicono che i cambiamenti
climatici, nel 2050, potrebbero costare all’Italia una riduzione del
reddito nazionale pari a 20/30.000 milioni di euro.
È
in questo scenario, fatto di desertificazioni, alluvioni, freddi
eccezionali come quelli dello scorso febbraio, che s’inseriscono molte
delle tragedie cui abbiamo assistito inermi negli ultimi mesi.
Sono
i disastri che anche il Presidente Giorgio Napolitano ha definito
“tributi molto dolorosi che paghiamo ai cambiamenti climatici”: le
alluvioni delle Cinque Terre (25 ottobre 2011, 12 morti), di Genova (4
novembre 2011, 6 morti), di Messina (22 novembre 2011, 3 morti). E sono
solo alcune delle molte calamità di cui siamo tutti testimoni. Una lunga
scia di evidenze di un piano criminale contro il clima che sembra non
volersi arrestare.
Per questo motivo dobbiamo agire ora e fermare ciò che può essere
fermato: l’utilizzo di carbone per la produzione di energia elettrica
nelle centrali Enel.
Unisciti anche tu all’indagine del R.I.C., il Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace.
Rivelando a tutti la sporca verità, ci aiuterai a portare Enel al tavolo
delle trattative per costringerla a cambiare i suoi piani industriali a
favore di fonti di energia rinnovabile e pulita. Salviamo il clima.
Fermiamo Enel."
ToxNetLab's
Blog riporta questa iniziativa a titolo informativo , il lettore
deciderà se questa causa è giusta o no, comunque vale la pena fare un
giro sul sito per farsi una idea.
Ad maiora